Ecco la seconda parte dell’intervista al caro (e paziente) Daniel Calabrese, a partire dall’antologia “Un cielo per le cose”, tradotto da Emilio Coco con una suggestiva introduzione di Jorge Boccanera e pubblicato nella collana Labirinti – Sezione ispano-americana curata da Cinzia Marulli e Mario Meléndez Muñoz per La Vita Felice.
“Quindi mi chiedo quando inizia davvero la scrittura di una poesia: nel momento in cui l’ho pensata o quando mi sono seduto a scriverla? Altre volte mi appare spontaneamente e la scrivo in pochi minuti. Faccio parte di coloro che pensano che la Poesia abbia i suoi ritmi per manifestarsi e che non sia possibile controllare questo processo”.
L’intervista è consultabile, nelle sue due parti, su Poesia del nostro tempo, nella rubrica Primo piano curata da me e da Sonia Caporossi.
Buona lettura!