Un mio saggio breve su Alberto Bevilacqua, la sua opera “Piccole questioni di eternità” (Einaudi editore 2002) e l’eterno femminile nella sua poesia.
L’atto amoroso, interpretato sulla scia della tradizione romantica come metamorfosi dell’amato nell’amante (si pensi alla suprema voluttà abbandonico-trasfigurale del wagneriano Tristan und Isolde, e all’ontologia sessualizzata, la “Sessistenza”, di cui ha scritto Nancy), diventa origine e archetipo dell’io che smarrisce sé stesso per ritrovarsi nell’altro: “mia cara perdita dei contorni/di me”.
L’eternità di Bevilacqua è una ricostruzione storicizzata di piccoli anfratti terreni e memoriali che infrange la regola dell’assoluto come dimensione postuma ed extraumana, e si può intercettare nelle scintille dell’intuito, tutta disseminata nella relazione tra le cose comuni e le personali normali.
Su Poesia, di Luigia Sorrentino (sito ufficiale)🌹di Luigia Sorrentino, che ringrazio molto.