Cari amici #ILibrofili, vi propongo le strofe finali di “Antenati” di Cesare Pavese che descrive la solitudine dell’abitudine, la pietrificazione dell’indolenza, l’atto d’imparare le ghettizzazioni di generi, di luoghi e di tempi, del consolidarsi in tutti e nessuno. Ogni cosa è immobile nel movimento del ricordo.
Questa è una antica edizione Poesia Mondadori del 1970.