Questa notte ho sognato di difendermi da un attacco di un detrattore con il nome di un poeta che, nella sua aura psichica e artistica, avrebbe fatto valere la voce di chi lo nomina ancora: Pasolini. Ed eccomi qui con “Poesia in forma di rosa”, raccolta pubblicata da Garzanti nel 1964 e la poesia “Ballata delle madri” in cui il poeta si domanda, ci domanda che madri abbiamo avuto, che madri paurose, feroci, accondiscendenti all’impotenza etica dei figli abbiamo (e siamo). Un tema, non sulla donna ma sulla genesi dell’uomo contemporaneo, che giunge fino a noi come una rabbiosa premonizione o, forse, solo come una lucida e addolorata lettura del presente che continua. Se dal “rifiuto di essere diversi” nasce un “selvaggio dolore di esser uomini” forse la salvezza ha una necessaria origine comune, che diventa comune diritto al futuro. Garzanti Libri
