“Arcobaleno”

Ardengo Soffici, con la sua poetica della simultaneità spazio-temporale, del plurilinguismo, dell’abbandono della punteggiatura, delle immagini realistiche sovrapposte a quelle fantasiose, del divertissement che diventa ironia indispensabile, della contrazione subito dopo la dilatazione del verso, rievoca una nostalgia autoindotta che scanala nell’urgenza del moderno su un prima che non può più esistere. Vi riporto uno stralcio di “Arcobaleno” che mi impressiona per la simultaneità delle immagini con il quotidiano dimenticato “con l’ombrello nei caffè d’Europa”, con il nostro vedere, sentire, essere. Questa è una edizione Vallecchi Firenze del 1938.

Pubblicato da Gisella Blanco

Poetessa, giurista, animalista ed estremamente gattofila, buddista, anticlericale e tantissimi altri difetti!

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: