La parola non assolutizza ma definisce nella vaghezza dell’emozione attraverso la trasfigurazione della natura nominalistica e aggettivata in stratificazione esistenziale, visione psichica, disvelamento orfico che si appunta nel sapore caldo della saliva d’un amore, d’un lutto o di uno dei molteplici sé. Giorgio Caproni nella raccolta “Ballo a Fontanigorda”. Garzanti Libri
