Anne Sexton, il mio attuale grande amore letterario, scrive “Frequentando gli angeli” che, a mio parere, è una delle sue poesie più intense, quando era già “stanca del sesso delle cose”, stanca di esser donna al modo delle donne o al modo degli uomini che pensano di sancire la forma d’una donna. Anne era stanca di come gli uomini accorressero alla mensa, smodatamente pretensivi, ed era stanca di come un padre giungesse in erezione (candida, s’intende) a decidere come dovesse essere la figlia, la sua e quella degli altri. Se Giovanna fu messa a morte soltanto vestita da uomo, la natura di tutti questi angeli rimane inspiegabile così come l’essere donna, soluzione, centro, “aperta e spogliata,/non ho braccia né gambe”, unica radice femminile non più divina di un Dio umano.
La mia Lettura della poesia su https://youtu.be/jghmVYZ5oHI di Diego Luschi.
Parlerò di Anne anche nel mio prossimo articolo su Leggere:tutti, in edicola e in libreria.

