E non sarà della sua morte che parlerò, non sarà del ricordo o della nostalgia: parlerò solo di quell’attivismo civico che diventa linguaggio per tornare corpo e riposizionare la biologia dell’etica dentro gli scheletri dell’umano. Ferlinghetti ci dimostra l’immortalità della parola poetica, anche il giorno della sua morte.
