La voce letteraria di Alda Merini risuona chiara nello strombazzare dell’ignavia del perbenismo della modernità che rifugge la pazzia e l’inferno ammettendo di poter morire d’arte (e d’amore) quando d’arte (in amore) si muore se non la si vive attraverso il suo (il nostro) corpo di mille diavoli. Lasciamoci impazzire.
