Totem dell’aia di Giancarlo Sissa

Il protagonista di questi testi di prosa poetica è il maiale: già a partire da questa caratteristica centrale, con chiari riferimenti letterari tra la micro-società storicizzata della fattoria orwelliana e il dramma psico-collettivo e coscienziale del macello ferrariano, si comprende come sia possibile, attraverso la parola poetica, delineare una figura liminare e latistante che, almeno in parte e a determinate latitudini ontologiche, rappresenti ciascun essere umano.

“Il nostro totem se potesse ci mangerebbe. Mangerebbe i nostri bambini, l’anima dei prati, l’opaco sentire delle nebbie intere, ogni curva dei canali d’acqua, la gioia disperata delle feste. Gli è estranea la salvezza. Il rito non la prevede. Il rito considera solo la siderea luna, marea della terra e del sangue”.

Una selezione da Totem di Giancarlo Sissa (evoluzione della prima versione de L’ultimo ballerino dell’aia, Lumacagolosa 2019, a corredo delle significative foto di Daniele Ferroni).

Su Poesia del nostro tempo!

Buona lettura!

Pubblicato da Gisella Blanco

Poetessa, giurista, animalista ed estremamente gattofila, buddista, anticlericale e tantissimi altri difetti!

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: