Per il reading Sogni – Visioni, organizzato dalla carissima Valeria Bianchi Mian, ieri 19/11 ho letto alcuni inediti inerenti al sogno.
Il sogno, in chiave letteraria, per me, si compie nelle figure retoriche e, sopratutto, nella metafora. La metafora, secondo Ortega Y Gasset, è la massima espressione della disumanizzazione dell’arte ma, proprio in questo feroce antimimetismo, ritengo che riproduca tutta la radice umana contemporanea.
𝑺𝒄𝒓𝒐𝒔𝒕𝒂𝒓𝒆 𝒅𝒂𝒍𝒍𝒂 𝒑𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒊𝒍 𝒕𝒓𝒂𝒖𝒎𝒂 𝒑𝒆𝒕𝒆𝒄𝒄𝒉𝒊𝒂𝒍𝒆,
𝒑𝒂𝒓𝒕𝒆𝒄𝒊𝒑𝒂𝒓𝒆 𝒅𝒊 𝒕𝒖𝒕𝒕𝒐 𝒊𝒍 𝒓𝒊𝒈𝒐𝒓𝒆 𝒅𝒆𝒍 𝒄𝒐𝒓𝒑𝒐,
𝒎𝒐𝒔𝒕𝒓𝒂𝒓𝒆 𝒊𝒍 𝒎𝒂𝒓𝒈𝒊𝒏𝒆 𝒅𝒆𝒍 𝒎𝒖𝒕𝒊𝒔𝒎𝒐,
𝒓𝒊𝒃𝒂𝒍𝒕𝒂𝒓𝒆 𝒍𝒂 𝒗𝒆𝒓𝒕𝒊𝒄𝒂𝒍𝒊𝒕à 𝒏𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒑𝒐𝒔𝒂 𝒄𝒐𝒎𝒑𝒐𝒔𝒕𝒂 𝒅𝒆𝒍𝒍’𝒂𝒃𝒃𝒂𝒏𝒅𝒐𝒏𝒐,
𝒔𝒇𝒓𝒂𝒏𝒈𝒊𝒂𝒓𝒆 𝒍’𝒊𝒓𝒊𝒅𝒆 𝒏𝒆𝒍 𝒕𝒆𝒓𝒓𝒐𝒓𝒆 𝒐𝒃𝒍𝒖𝒏𝒈𝒐
𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒈𝒐𝒍𝒂*, 𝒓𝒊𝒔𝒗𝒆𝒈𝒍𝒊𝒂𝒓𝒆 𝒍’𝒆𝒄𝒇𝒓𝒂𝒔𝒊
𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒓𝒊𝒏𝒖𝒏𝒄𝒊𝒂 𝒎𝒖𝒔𝒄𝒐𝒍𝒂𝒓𝒆,
𝒍𝒊𝒃𝒆𝒓𝒂𝒓𝒄𝒊 𝒏𝒆𝒍 𝒎𝒂𝒍𝒆.
(*il riferimento è al dipinto “L’urlo” di Edvard Munch)
