Ricercare il frammento per renderlo integro, assoluto alla frammentazione; scavare dell’identità, rinnovare la differenza dell’uno nella somma confusa e contundente del vuoto; ribaltare le moltitudini, lasciarle cadere nell’assoluzione impossibile del nome; ri-chiamar-si a quel sì che è tensione al rigetto, organo sempre estraneo del corpo sociale.
Estratto di “Tombeau de Du Bellay” presente nel saggio introduttivo di Martin Rueff a “Arresti frequenti – poesie scelte 1965/2006” di Michel Deguy, Luca Sossella editore 2007.
