T. E. Hulme, con intuito modernista, si prodiga di ricreare visioni della realtà che trasmettano intuizioni emozionali più che forme concrete. Nelle sue poesie, spesso brevi, compaiono coppie di immagini che si sovrappongono a significare il significante e a immaginare l’inimmaginabile che attinge dalla parola poetica (mai estetica) la vis creativa di esondare la finitezza dell’ideazione per giungere, quasi intimoriti, all’infinitezza dell’immagine, come fosse una propaggine alla idealità.

